Tutti i costi relativi ad un concorso a premi sono tutti costi deducibili al 100% dai redditi, quali ad esempio:
* Costo relativo all’apertura di una fideiussione
* Costo relativo alla sottoscrizione dei verbali (con Camera di Commercio o con Notaio)
* Costo relativo all’acquisto dei premi
* Costi di segreteria (avviso vincite, imballaggio e spedizione dei premi) ecc…
* Costo del software
* I costi generali per la promozione, come investimento pubblicitario
* Tasse
Resta invece indeducibile il costo relativo alla Ritenuta alla Fonte
Appare evidente che avviare un concorso a premi è un investimento positivo per una Azienda se si attuano tutti gli accorgimenti di creatività e tipologia di premi in palio.
Come anzidetto, in Italia il valore dei premi messi in palio nell’ambito di un concorso a premi, sono tutti costi deducibili al 100%.
Alcune aziende estere ritengono che la regolamentazione fiscale nel nostro paese sia molto più limitante rispetto agli altri stati europei, in realtà l’onere fiscale in Italia è addirittura inferiore rispetto ad alcune nazioni europee.
Tra l’altro in molti paesi, l’onere fiscale viene riversato a carico dei vincitori, diversamente da quanto avviene in Italia, le cui aziende promotrici tengono a proprio carico tutti gli oneri, per non penalizzare i vincitori e garantirsi così un maggior favorevole ricordo del concorso.
La normativa italiana regolamenta la parte extratributaria delle manifestazioni a premio svolte sul territorio nazionale, ma lasciano alle aziende italiane che intendono avviare un concorso a premi a carattere internazionale, di verificare la normativa locale di ciascun paese e le relative implicazioni fiscali.